(foto: F. Magrì)
L’assessore Campisano:” La celebrazione vuole essere anche un modo per mantenere viva la memoria, affinché quello che è stato non accada più, nonché per consentire ai Paternesi di conoscere e riappropriarsi di una storia non troppo lontana, legata intimamente ad uno dei luoghi più importanti della Città, il giardino Moncada, e ad un Frate, che benché non paternese, diede la propria vita per soccorrere e curare migliaia di paternesi feriti”
Il 14 luglio 1943, una bufera di bombe colpiva la città di Paternò , causando migliaia di morti e altrettanti feriti. Una carneficina di civili che è stata ricordata ieri , in uno dei luoghi simbolo di quella tragedia, villa Moncada. Con la celebrazione di una messa,officiata da Padre Enzo Algeri, alla presenza delle autorità civili e militari , l’amministrazione comunale ha voluto ricordare i 4000 morti e i 2000 feriti.
Al termine della messa, si è tenuta una cerimonia commemorativa con la deposizione di una corona d’alloro sulla stele posta in memoria di Padre Ravazzini, il Frate Cappuccino morto in occasione dei bombardamenti proprio nella Villa Moncada, che non fu risparmiata, nonostante adibita ad ospedale da campo per civili.
Presenti il Sindaco, il Presidente del Consiglio, gli assessori Valentina Campisano, Agostino Borzì e Alfredo Minutolo, nonché alcuni consiglieri comunali.
“La commemorazione di una delle più grandi e terribili tragedie che ha dovuto subire la nostra città- ha dichiarato l’assessore Valentina Campisano, vuole essere un modo per onorare la memoria di quanti persero la vita a causa della guerra e soprattutto di quanti, come Padre Ravazzini, si sacrificarono, cadendo sotto i bombardamenti, nell’estremo tentativo di soccorrere ed aiutare i feriti. La celebrazione vuole essere anche un modo per mantenere viva la memoria, affinché quello che è stato non accada più, nonché per consentire ai Paternesi di conoscere e riappropriarsi di una storia non troppo lontana, legata intimamente ad uno dei luoghi più importanti della Città, il giardino Moncada, e ad un Frate, che benché non paternese, diede la propria vita per soccorrere e curare migliaia di paternesi feriti”
Cultura e società
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