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Uno scrittore e un regista ci raccontano Rosa Balistreri. Correale e Cantavenere, martedì 28 luglio, al Castello Normanno di Motta Sant’Anastasia

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(di Santy Caruso)- Motta Sant’Anastasia.
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Motta Sant’Anastasia (CT), martedì 28 luglio 2014, alle ore 20:30, verrà presentato, al Castello Normanno, il libro “Rosa Balistreri” dello scrittore agrigentino Giuseppe Cantavenere con la proiezione del film-documentario “La voce di Rosa” di Nello Correale. I due autori saranno presenti all’Evento, coordinato dall’assessore alla Cultura, dott.ssa Anastasia Distefano.
Dopo i saluti del Sindaco, dott. Anastasio Carrà, il regista e lo scrittore si intratterranno sulla figura di Rosa conversando con il prof. Pino Pesce, direttore del periodico “l’Alba”. Interverranno le attrici Loredana Marino e Luisa Ippodrino, gli artisti Cettina Busacca, Nino Caruso e Carmine Santangelo che, oltre la Cantatessa del Sud, ricorderanno anche Cicciu Busacca, cantastorie paternese, arrivato al succeso grazie a Dario Fo.
«Struggente e appassionata, Rosa Balistreri, davanti a un registratore, pochi mesi prima della morte prematura racconta a Giuseppe Cantavenere la sua vita in una Siciliaviolenta. […] Rosa conosce la fame, le umiliazioni, gli aspetti brutali della vita che ha cadenze da tragedia greca. Non si piange addosso, impreca e canta, il canto come liberazione Fugge dalla Sicilia verso la libertà e si ferma a Firenze.
Poi fortuna insperata, partecipa ad una commedia di Dario Fo […].
Muore il 20 settembre 1990 a seguito di un ictus che la coglie durante uno spettacolo in Calabria.» (Dal quarto di copertina del libro “Rosa Balistreri” di Giuseppe Cantavenere, Salvatore Sciascia Editore).
Dalla biografia di Cantavenere e da testimonianze filmiche e televisive, Nello Correale, ispirandosi al neorealismo, ricostruisce apientemente la figura di una Grande Cantante che ha fatto uscire la canzone popolare siciliana dal ghetto dandole dignità musicale e culturale.
La cantante di Licata, per definizione l’Amalia Rodriguez siciliana, fra gli anni 70-90, ha, con la travolgente passione della sua voce, raccontato la Sicilia con una indescrivibile «carica umana.»
Il film documentario di Correale, cucito nelle varie parti da Donatella Finoccharo, si apre con le incisive parole di Ignazio Buttitta: «la voce di Rosa, il suo canto strozzato, drammatico, angosciato, pareva uscisse dalla terra arsa della Sicilia…»
Si legge nella parte posteriore della custodia del DVD: «Rosa Balistreri appartiene all’immaginario più profondo della Sicilia, esponente di un certo modello di attivismo culturale. Un’ icona che rappresenta in maniera forte e completa il rapporto difficile, di odio e amore, che molti siciliani, forse quelli dallo spirito più libero e irrequieto, hanno nei confronti della loro terra.» E ancora: «Ha cantato la Sicilia come nessun altro, il suo è stato il vero canto popolare, ciò che per gli schiavi afro-americani era il blues; come loro ha cantatola terra, il carcere, la violenza subita, l’ingiustizia, un amore profondo per ciò che faceva.» Quindi «Questo film documentario è un omaggio all’artista attraverso le sue canzoni, e allo stesso tempo racconta un momento della storia sociale e culturale della Sicilia, quando i protagonisti si chiamavano Sciascia, Guttuso, Consolo, Buttitta.»
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