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Bullismo, giusto per riflettere…

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Suicidio di un giovane a causa del bullismo indiscriminato dei compagni. Una delle tante storie che si sentono oggi nei notiziari. Andrea Natali, 26 anni, di Vercelli, si è tolto la vita per un prepotente atto di bullismo da parte dei suoi colleghi di lavoro. A causa degli insulti pubblicati su Facebook, il giovane, si è tolto la vita. Il gruppo di colleghi che frequentava, quando lavorava in una carrozzeria, ha iniziato a prenderlo di mira, diventando la loro vittima preferita. Era loro abitudine divertirsi chiudendolo nei bidoni della spazzatura, oppure infilandogli sacchetti in testa. Come ultimo e sadico divertimento scattano delle foto pubblicate su una pagina Facebook , creata appositamente. Eventi di una certa crudeltà che hanno portato Andrea a soffrire di depressione, tanto che non usciva di casa da più di un anno, se non accompagnato. Non regge alle umiliazioni e si suicida. E’ stato trovato impiccato nella sua camera al secondo piano. Sono partire le indagini, gli inquirenti indagano ma Andrea non c’è più. Del bullismo ne sentiamo parlare davvero tanto. Si tratta di prevaricazione o sopruso da parte di un bambino o di un adolescente (il bullo) nei confronti di un altro bimbo/adolescente. Sono attacchi espliciti verso la vittima che possono essere di natura sia fisica che verbale ( bullismo diretto), oppure di attacchi che colpiscono le relazioni sociali, come l’isolamento e la diffusione di calunnie. E’ stata avviata una vera e propria campagna a tal proposito dal portale Skuola.it. Su un campione di 15.268 ragazzi , 1 su 3 ha dichiarato di essere stato vittima del bullismo o di cyber bullismo. Sono i ragazzi tra i 14 e i 17 anni i più colpiti .
Come si può proteggere un ragazzino da gesti di bullismo che possono essere anche di una certa gravità anche negli ambiti scolastici? Come si fa quando anche le vittime sono restie a parlarne perché provano vergogna? L’intervento della famiglia diviene fondamentale. I genitori sono i primi che devono imparare a comprendere il proprio figlio e riconoscere i segnali di un eventuale disagio, per evitare che rimanga vittima del fenomeno. Sono importanti i messaggi genitoriali che aumentano la loro autostima, che incoraggino le loro abilità e li incoraggino ad non isolarsi. Anche l’ambiente scolastico ha il suo ruolo. Gli insegnanti devono poter essere fautori di nuovi strumenti a tal fine. Sono diverse le proposte, come ad esempio la compilazione di un questionario, incontri dedicati al dibattito aperto con i ragazzi ed anche tra genitori ed insegnanti, ma soprattutto una attenta e determinata attività di controllo durante le ore scolastiche.
Un altro strumento che, in occasione del ‘back to school’, il Telefono Azzurro ha presentato in questi ultimi giorni, è stato  la proiezione di uno spot no-profit ‘Ferma il bullismo”. Il video racconta la storia di un uomo che da adulto rivive nei rapporti con gli altri le violenze di cui era stato vittima da ragazzino. Dal 1 febbraio, è attiva la ‘Linea nazionale di contrasto al fenomeno del bullismo’, con il numero gratuito 1.96.96 (24 ore al giorno, 365 giorni l’anno) e una chat (www.azzurro.it/chat). Da febbraio a luglio, quasi un caso al giorno dei 1441 trattati ha riguardato bullismo e cyber bullismo, per un totale di 148 segnalazioni. Ossia il 10,3% del totale.
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