Nei mesi scorsi nell’occhio del ciclone è finito il colosso cinese, l’e-commerce, Alibaba, denunciato dal gruppo Kering, di Francois Pinault, a cui fanno capo brand di lusso come Gucci e Yves Saint Laurent con la seguente accusa: «Il sito vende la nostra merce contraffatta». Di certo fin adesso questo è il caso che ha fatto più scalpore, anche se è molto probabile che non sia l’unico. Infatti, una ricerca di Confesercenti rivela che 8 e-commerce su 10 contengono nei loro cataloghi prodotti contraffatti. Per farsi un’idea delle merce taroccata online, basti pensare che nel biennio 2012-2013, questa sia cresciuta del 60 %. I prodotti più copiati sono i soliti, quali orologi di pregio, giubbotti firmati, cinture, borse e portafogli dai loghi famosi. Chi questi prodotti li vende nelle boutique, originali ovvio, stima che l’acquisto di merce contraffatta abbia causato perdite sul fatturato anche del 20 per cento. Anche l’agenzie di viaggio si lamentano. Poiché in Rete sono presenti dei tour operatori che ideano e vendono pacchetti vacanze fasulli: il malcapitato che acquista il pacchetto arriva sul posto e non trova nulla di quanto prospettato. Comunque c’è da dire che le forze dell’ordine non sono rimaste a guardare, dato che nel 2013, dopo accurati e intensi controlli, l’Agcom e la Guardia di Finanza hanno chiuso 165 siti, oltre al fatto che tra il 2014 e il 2015 i sequestri dei prodotti tarocchi spedita tramite posta sono incrementati sino al 55 %. Ma pur essendo degli importanti sforzi, da una parte sono vani, poiché Confesercenti ha stimato che almeno un consumatore online su 4 ha acquistato un prodotto imitati, questo significa che 3 milioni di italiani su un totale di 11 milioni di acquirenti online sono stati truffati.
Ma per difendersi dalla merce contraffatta, il segretario nazionale di Confesercenti, Marco Bussoni ha suggerito un breve vadenecum composto da 5 regole:
1. Occhio ai prezzi: se sono troppo bassi, non è detto che si tratti di un affare. Anzi, potrebbe essere il contrario;
2. Diffidate dai portali poco conosciuti;
3. Allarme rosso se non c’è nemmeno una fotografia del prodotto: non comprate nulla.
4. Evitate i siti che consentono pagamenti soltanto con un tipo di carta di credito;
5. Tempi di spedizione troppo brevi o troppo lunghi possono rivelarsi una fregatura: lasciate perdere.
Concludendo bisogna seguire il proprio buon senso. Ma se neanche questo basta, una volta ricevuta la merce si hanno 14 giorni per esercitare il diritto di recesso. E se il venditore non informa il cliente del proprio diritto, di conseguenza il tempo si allunga ad un anno dalla consegna del prodotto.