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Salinelle di Paternò, c'è da preoccuparsi ?

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Grande attenzione in questi giorni sul fenomeno delle Salinelle di Paternò. Ipotesi di intervento, preoccupazioni, attività di monitoraggio. Zona Franca ha sentito il parere del geologo Dino Benfatto, che da anni segue l’attività delle Salinelle e del sindaco Mauro Mangano.
Dott. Benfatto, negli ultimi giorni l’attività eruttiva delle Salinelle sta destando parecchie preoccupazioni. Al di là dell’evento straordinario, allo stato attuale, le preoccupazioni sono fondate?
“Dalle testimonianze storiche, il fenomeno dei Vulcani di fango di Paternò, che presenta fasi parossistiche come quella attuale alternate a fasi di quiescenza, non dovrebbe destare eccesive preoccupazioni; le Salinelle si riprendono sicuramente il loro spazio, quello che negli ultimi cinquanta anni gli era stato sottratto da numerose costruzioni, principalmente opere pubbliche come il vecchio e il nuovo stadio e persino la nuova arteria stradale di recentissima costruzione. Sicuramente occorre tracciare i limiti entro i quali insiste il fenomeno geologico e definire delle fasce di rispetto.
E’ stata ipotizzata la possibilità di trivellare la zona per consentire eventuali indagini. Ritiene che possano essere utili ? 
“ Le uniche perforazioni effettuate nella zona delle Salinelle risalgono agli anni ’50 ed erano finalizzate alla ricerca petrolifera in quanto insieme al fango risalgono piccolissime quantità di idrocarburi; nell’area dello Stadio furono perforate lave fino a 400 metri di profondità e le ricerche furono quindi abbandonate. Dalla geologia della nostra zona se ne è dedotto che probabilmente esiste un piccolo condotto vulcanico di un centro eruttivo coevo di quello della collina storica. A mio avviso si dovrebbe evitare qualsiasi perforazione e costruire invece un vero modello geologico dell’intera area attraverso altri tipi di indagini geognostiche. Nel 2006 nell’Isola di Giava in Indonesia un pozzo di gas naturale provocò un’eruzione di fango di immani proporzioni con la distruzione di interi villaggi”.
Sul piano della sicurezza, per gli  abitanti delle zone limitrofe, esistono pericoli reali ?
“Essendo un fenomeno naturale e imprevedibile nessuno può dire che esista o meno un pericolo imminente; l’attività ha solo destato attenzione in quanto ha coinvolto le costruzioni nelle immediate vicinanze di quelle aree che normalmente negli ultimi anni hanno emesso notevoli quantità di gas e fango. In termini di pericolosità mi preoccuperei di monitorare le emissioni di Radon; gas nocivo per l’uomo e inodore ma contro il quale si devono prendere delle giuste precauzioni”.
Sulla questione è intervenuto anche il primo cittadino Mauro Mangano: “L’attenzione di questi giorni sul fenomeno delle salinelle è un fatto positivo. Seguendo la cronaca molte persone si sono incuriosite e vogliono venire a vederle e ad ammirarle. Credo che anche molti paternesi hanno “riscoperto” l’esistenza dlele Salinelle, vedendole citate al tg.
Sono felice, perchè io ci lavoro con la mia amministrazione da 3 anni. L’area era del tutto abbandonata, questo se lo ricordano tutti. E invece in 3 anni l’abbiamo fatto diventare una zona visitabile, e addirittura abbiamo avuto il riconoscimento che si tratta di un geosito di carattere mondiale.
Adesso è il momento della progettazione. Occorre porsi nuovi obiettivi. E dovremmo smetterla, secondo me, di parlare di terme. Uno dei difetti della nostra città è stato, storicamente, quello di parlare di cose irrealizzabili e non impegnarsi invece per costruire quelle fattibili. Innanzitutto il fango delle Salinelle è molto difficile che venga sfruttato a fini termali, per le sue composizioni chimiche, per le caratteristiche fisiche, poi non ci sono, in tutta la Sicilia, impianti termali “pubblici” funzionanti, le terme di Sciacca ed Acireale sono ormai chiuse, restano aperte solo quelle di Alì Terme, che sono private.
Il mio progetto è quello di rendere il sito un grande parco naturale all’aperto, in cui si esaltino la bellezza naturalistica e le potenzialità scientifiche (penso ad esempio alla geotermia), con dei percorsi che rendano le visite turistiche un’esperienza unica, ed anche la possibilità di vivere l’esperienza diretta di manipolare, utilizzare, toccare con mano, il fango caldo che viene emesso”.

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