Piccoli, coloratissimi e assemblabili. Chi, oggi, non conosce i famosi mattoncini Lego? Sin dalla loro comparsa sul mercato, questi semplici giochini hanno permesso a tanti bambini- e non solo- di dare sfogo alla propria immaginazione, permettendo loro di creare mondi e avventure sempre diverse.
La storia dei famosi mattoncini trova le sue origini nei primi anni ’30, quando un falegname di Billund (Danimarca) di nome Ole Kirk Christiansen coniò per i suoi giocattoli il nome “Lego” che deriva dall’unione delle parole danesi “leg godt” che significa “gioca bene”.
All’inizio pensati come semplici mattoncini solo dal 1958 assunsero la particolare forma che ne caratterizza ancora oggi gli assemblaggi. Da allora, per la fabbrica danese fu un successo sempre in crescita.
Sarà stata, dunque, proprio la loro fama internazionale a spingere un gruppo di attivisti della campagna #ToyLikeMe a denunciare la mancanza di Lego disabili: la compagnia danese era, infatti, stata accusata nei mesi scorsi di non tutelare le diversità dei personaggi.
“Il marchio esclude oltre 150 milioni di bambini disabili, che non si vedono così rappresentati” aveva detto a dicembre Rebecca Atkinson, promotrice della campagna.
A seguito di questa campagna, che ha portato ad una raccolta di ben 20mila firme , i vertici dell’azienda hanno cambiato rotta.
Così il primo Lego su sedia a rotelle è stato esposto alla “Nuremberg and London toy fairs”, in Inghilterra. Si tratta di un’azione davvero da apprezzare, dovendo le aziende sempre più promuovere le diversità, che oggi possiamo ben definire la “nuova normalità”.
Un Lego per tutti
Piccoli, coloratissimi e assemblabili. Chi, oggi, non conosce i famosi mattoncini Lego? Sin dalla loro