di Elisa Coppola.
Anche quest’anno, puntualmente, si assiste, alla comparsa di grossi batuffoli, simili al cotone idrofilo, sospesi ora qua ora là tra gli aghi dei pini dell’Etna. Il fenomeno, seppur temporaneo, si diffonde rapidamente nelle pinete, con elevato tasso di incidenza e di pericolosità per le piante infestate e per gli omeotermi, uomo compreso. L’agente che opera la formazione di tali strutture, (nidi sericei) è la Processionaria del Pino (Thaumatopea pityocampa), un lepidottero defogliatore, che costituisce una presenza endemica in tutto il Bacino del Mediterraneo (Nord Africa, Grecia, Spagna, Francia), nel quale le sue popolazioni, nel corso degli anni, hanno subito considerevoli oscillazioni. A tal riguardo, la dott.ssa Rosa Spampinato, dirigente Agronomo del Pardo dell’Etna si è così espressa sul tema Processionaria:” La maggiore diffusione del patogeno avviene in luoghi in cui l’uomo ha forzato la presenza del Pino, in luoghi, non adatti ad ospitare le pinete, le quali presentano condizioni di stress, cioè quelle condizioni che riducono la potenzialità di fronteggiare la larva della processionari e quindi la malattia. Nelle pinete artificiali quali, per esempio, quelle di “Casa del Vescovo”, in località Zafferana etnea (CT) e in quelle del territorio di Bronte (CT), infatti, si registrano alti livelli di infestazione da Processionaria, mentre nelle pinete naturali, quali quelle di Linguaglossa e di Biancavilla in pieno vigore, la Processionaria è assente”. Il fenomeno Processionaria, così chiamata per la singolare disposizione delle larve a costituire una lunghissima fila indiana, durante il loro lungo cammino, è stato da lunghi anni monitorato attraverso un programma sperimentale, coordinato dal Prof. Santi Longo, ordinario di Entomologia Agraria dell’Università degli Studi di Catania, con l’obiettivo di contenere l’incremento della popolazione del lepidottero attraverso l’applicazione di vari interventi mirati al controllo demografico della Processionaria. Sull’argomento il dott. Michele Leonardi , dirigente Agronomo Parco dell’Etna, ha fornito alcune :”La raccolta meccanica attraverso il taglio dei nidi della processionaria, effettuata nel giusto periodo vitale dell’insetto e la distruzione di essi mediante il fuoco, si è dimostrata un sistema più efficiente rispetto alle trappole, che, invece funzionano poco, ma non è del tutto risolutivo; oggi,tale pratica non si esegue più. In passato, per fronteggiare il problema processionaria nelle giovani pinete, si è fatto ricorso al metodo biologico che consiste nell’inoculo del batterio sporigeno Bacillus thuringiensis, la cui ingestione da parte delle larve ne causa la morte”.
La Processionaria del pino è da considerare una “piaga” per le pinete etnee e non solo, poichè procura effetti devastanti, quali la perdita consistente degli aghi in cui si in sediano i nidi sericei, al cui interno vivono le larve, il ritardo della crescita e nei casi di grave infestazione, può procurare persino la morte di interi ettari di pino. Si pensa che l’incremento della popolazione di processionaria registrato nell’ultimo decennio sia dovuto, probabilmente, alla diminuzione di uccelli suoi predatori ed al clima più secco. L’insetto possiede dei peli urticanti sparsi lungo tutto il corpo, di aspetto vermiforme, che possono provocare gravi effetti sulla salute dell’uomo e degli altri omeotermi: effetti nocivi oculari, cutanei e in alcuni casi respiratori. La sostanza urticante responsabile di fenomeni allergici è detta Thaumatopoenina che si libera a seguito della rottura del pelo. L’aspetto sanitario della Processionaria del pino, rimane ancora oggi un problema da risolvere. E’ utile, dunque, seguire le giuste regole di prevenzione che riguardano la sicurezza dell’uomo fruitore del bosco:
1) Non avvicinarsi e non sostare nemmeno con automobili sotto pinete infestate;
2) non tentare di distruggere i nidi con alcun mezzo, poiché si diffonderebbero nell’aria i peli urticanti;
3) a fine inverno inizio primavera, quando si possono osservare con maggior frequenza le processioni di larve lungo i tronchi o sul terreno, evitare di raccogliere i bruchi, senza protezioni e con mezzi inadeguati (scope, rastrelli, etc.);
4) lavare accuratamente frutti e ortaggi in prossimità di pinete infestate;
5) fare attenzione a portare a passeggio il cane in zone a rischio Processionaria.
Processionaria del Pino: un popolo in viaggio tra i boschi etnei
di Elisa Coppola. Anche quest’anno, puntualmente, si assiste, alla comparsa di grossi batuffoli, simili al