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Svelato il restyling della Sala Vaccarini della Biblioteca di Catania

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Nella giornata di ieri, finalmente è stato svelato il restyling della Sala Vaccarini delle Biblioteche Riunite “Civica e Antonio Ursino Recupero”. Alla cerimonia di inaugurazione dove il Sindaco, Enzo Bianco e la soprintendente ai Beni Cuturali, Fulvia Caffo hanno simbolicamente tagliato il nastro, hanno presenziato varie autorità. Oltre la padrona di casa, la Direttrice della Biblitoeca, la Dott.ssa Rita Angela Carbonaro, anche il protettore Alessandra Gentile, il Presidente della Corte d’Appello di Catania Giuseppe Meliadò, il procuratore generale di Catania, Salvatore Scalia, il presidente del Tribunale Bruno Di Marco, il viceprefetto Enrico Gullotti, l’assessore alla Cultura Orazio Licandro, il barone Mario Ursino. Presenti anche alcun rappresentanti del mondo accademico e della cultura, delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate, del Consiglio comunale – a partire da Elisabetta Vanin e Nuccio Lombardo – e dei Consigli di Circoscrizione con i presidenti della Prima Municipalità Salvo Romano e della Terza Salvo Rapisarda.
In primis entuasiasta del nuovo restyling è stato il primo cittadino Bianco: “In due anni è stato compiuto un restauro eccezionale, che ha provveduto non solo alla messa in sicurezza ma anche al recupero di questa splendida sala, dai manufatti lignei agli affreschi. Riconsegniamo quindi questo gioiello alla città ma anche ai turisti. Meritano un ringraziamento sincero tutti coloro i quali hanno lavorato per raggiungere questo magnifico risultato”. “Purtroppo – ha concluso il Sindaco – l’assessore regionale ai Beni culturali Vermiglio non è potuto essere presente, ma mi ha assicurato che verrà presto a visitare questa magnifica struttura”.
Al Sindaco ha risposto anche la Soprintendente Caffo: “E’ un punto d’orgoglio poter restituire alla città uno dei suoi gioielli più preziosi; un’opera di pregevole fattura, di ingegno e di modernità. Uno scrigno di sapere  e di sapienza. L’intervento della Soprintendenza è stato volto alla sicurezza e all’integrità del bene si inquadra nella nostra attività di tutela”.
Nello specifico il progetto di restauro della Sala Vaccarini è stato possibile grazie ad un finanziamento nel 2011 con una somma di 1.789.000 euro tramite il Pon Fesr 2000-2013. Il progetto è stato proegettato da Giuseppe Sciacca, Carmelo Cappa, Luisa Paladino, Vittorio Di Blasi, Paolo Comito e Alberto Africano architetti, catalogatori e restauratori; mentre la direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Giuseppe Sciacca.
I lavori, iniziati nel 2014, hanno visto il completo recupero della sala, sia nella parte lignea, sia attraverso il ripristino delle parti mancanti. Sono stati attuati interventi di ebanisteria e di rinforzo strutturale soprattutto in corrispondenza di aree interessate da precedenti non idonei interventi e da un attacco di termiti particolarmente aggressiva. Le principali opere hanno riguardato la complessiva disinfestazione degli insetti xilofagi e la pulitura chimica, condotta in forma stratigrafica per rimuovere patine non idonee applicate anche parecchio tempo fa. Il trattamento finale, a base di resine naturali, ha inoltre consentito la complessiva valorizzazione del manufatto in legno di noce. Le ante sono state tutte smontate e sono stati revisionati i sistemi di scorrimento e chiusura. Il restauro degli affreschi, interessati nel passato da pesanti ridipinture spesso non adatte, ha consentito tramite la pulitura chimica di riportare alla luce ampie superfici originali in discreto stato di conservazione. Le opere di consolidamento, eseguite tramite infiltrazione di malta a basso peso specifico, garantiscono la perfetta tenuta degli intonaci sotto la pellicola pittorica. Le lacune di piccola entità e le abrasioni sono state ricucite con la tecnica del tratteggio e della velatura. I dipinti su tela e cornici dorate, dopo lo smontaggio e il trasferimento in laboratorio, sono stati consolidati su nuovo telaio a espanne meccanica. La pulitura chimica ha consentito la valorizzazione dei colori e delle dorature settecentesche ancora vivide. In ultimo, il pavimento, in discreto stato di conservazione, è stato pulito manualmente con detergenti neutri e integrato nei punti di maggior degrado con nuove mattonelle in ceramica decorata.