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Referendum del 17 Aprile. Le ragioni del "SI". L'intervento di Maria Grazia Pannitteri

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Dulcis in fundo, Zona Franca ha chiesto un parere al Presidente dell’Associazione Forense di Paternò, avv. Maria Grazia Pannitteri:
“In primo luogo, occorre riabilitare e ridare lustro al “caro” e “prezioso” referendum che, in occasione di questa convocazione del 17 aprile, è stato boicottato e da strumento di partecipazione democratica diretta è passato a strumento di becera politica.
Partecipare o no al referendum non è scegliere politicamente di essere pro-Renzi o contro-Renzi ma esercitare un diritto adempiere ad un dovere. Il referendum è l’occasione per noi cittadini di decidere direttamente, prendere posizione, e tentare di imprimere una tendenza nella politica e nella amministrazione della cosa pubblica.
Quindi, prima di tutto andiamo a votare dimostrando di essere una società civile “adulta” e consapevole che, quando è chiamata ad esprimersi, si assume la responsabilità di decidere.
Non è ammissibile delegare tutto ad altri,  essere “sudditi obbedienti” e poi lamentarsi infantilmente tutto il tempo per le cose che non vanno. Votiamo per dire al governo che tipo di Italia vogliamo.
Visto che la informazione pubblica ha parlato poco e male del referendum del 17 aprile, ricordiamoci di Google attraverso il quale possiamo attingere tutte le informazioni necessarie per decidere.
Detto questo, io andrò a votare perché credo fermamente nella democrazia partecipata e voterò SI.
Voterò SI per l’abrogazione della  norma che permette a chi ha già ottenuto una concessione di trivellare fin quando ci sarà gas o petrolio si potrà trivellare e cercare di estrarlo ovunque, anche nelle 12 miglia, a prescindere dal termine della concessione.
Voterò per l’abrogazione di questa norma che, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
non è coerente con gli impegni internazionali di Kioto e Parigi, assunti dall’Italia ;
è insensata rispetto alla vocazione economia e alla struttura geo-fisica del territorio nazionale;
è antieconomica perché il costo richiesto dal punto di vista dell’eco-sostenibilità è superiore rispetto ai benefici rilevato che nel 2014 queste concessioni hanno coperto solo il 3,2% circa del consumo di gas e lo 0,8% di petrolio;
Voterò si perché, mi piace pensare e credere che il mio SI possa rappresentare l’occasione per cambiare la tendenza della politica energetica di questi ultimi anni, rifiutando il vecchio tipo di crescita, e chiedere con forza un diverso sviluppo teso a migliorare la qualità della vita,  la preservazione e la valorizzazione delle risorse ambientali.
Voterò SI perchè voglio una Italia che guarda al futuro e programma un paradigma energetico diverso, fatto non solo di energia pulita, ma di coscienze pulite non più ispirate  ad una “spensierata irresponsabilità”  al fine di mantenere gli stili di vita, di produzione e di consumo raggiunti.
Detto questo, resta da chiedersi se le forze politiche avranno il coraggio di rimettersi in discussione  e di affrontare il confronto”.