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Turi Paternò nato a Paternò …, il nuovo romanzo di S. Malaman dedicato alle nuove generazioni

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Seduto ad ascoltare, in religioso silenzio, gli interventi di alcuni studiosi, durante un convegno di archeologia, ho riflettuto sul carattere autoreferenziale di certi incontri. Un  bravo archeologo che spiega ad altri colleghi, altrettanto bravi e impegnati, il frutto delle proprie ricerche. Ben vengono, allora, i libri di carattere divulgativo  come il  romanzo Turi Paternò nato a Paternò …, scritto recentemente da Sergio Malaman, che si rivolge ai giovani lettori per far conoscere, in modo piacevole e accattivante, la storia della Città in cui vivono, forse, senza aver mai conosciuto le antiche radici del loro terra. Il libro presenta tra storia e fantasia il  personaggio di un ragazzino, nato a Paternò (certamente suggerito e ispirato  dallo scolastico mondo dell’infanzia in cui ha operato l’autore), che, dopo un’improvvisa caduta da un mandorlo, in fiore, in una fantasiosa e caleidoscopica metamorfosi assume l’essenza di uno spirito del vento e dell’acqua; elemento, quest’ultimo  dalla forte valenza sacrale considerato simbolo di purezza e di purificazione. Cosi, come folletto e anima vagante, s’irradia attraverso un variopinto e diafano arcobaleno nelle linfe di vari alberi e magiche piante assistendo, in una dimensione atemporale, ad alcuni momenti della storia della Città: dalla Preistoria al periodo normanno, da Federico II alla regina Bianca, descrivendo con precisione siti archeologici (Pietralunga, San Marco ecc.)  monumenti (Convento di S. Francesco, Chiesa della Gancia, ecc.) e zone paesaggistiche (Simeto, Salinelle, ecc.). Alla fine del percorso si sveglia, come da un sogno in cui la madre, già in cielo, ha fatto da spirituale guida,   ormai adolescente e pronto alla maturità della vita. A questi armoniosamente si alternano alcune parti inventate, come la favola dei falchi e delle cicogne che vengono subito lette con piacere per lo stile scorrevole della scrittura e il desiderio, a volte diventato ansia, di arrivare alla fine della storia. Non mancano gli interventi in prima persona della voce narrante, frutto della propria etica o interiore mondo personale,  che ora invita al rispetto dell’ambiente paesaggistico e monumentale della città ora  indulge a meditative riflessioni sul contesto sociale della stessa che spesso emargina, con aperti pregiudizi, anche chi non merita di essere lasciato culturalmente indietro. Benvenuto al Sud, sicuramente, avrebbero potuto dire quanti (alunni, amici e colleghi) hanno conosciuto e apprezzato l’autore, Sergio Malaman, nel suo percorso di vita e di lavoro. Un uomo, un insegnante del Nord rimasto tanto affascinato dal nuovo luogo adottivo  da rimanere sempre in prima linea nella sua azione educativa descrivendo vizi e virtù del borgo in cui ha scelto di vivere con tutta la sua famiglia. Auguriamo per sempre felicemente!