Una recente foto, con alcuni cani in gabbia apparsa su facebook, ha suscitato preoccupazione e allarme: si sospettava che i cani potessero essere usati come pasto per i leoni dai circensi presenti, col loro circo, a Paternò. L’allarme è lecito perché, purtroppo da tempo, la cronaca ci ha abituati alle violenze costanti a persone, animali e cose. Da qui la scelta di verificare in loco lo stato degli animali ospiti presso il Circo di Roma, ubicato nello spazio antistante il Parco Giovanni XXIII (Parco del Sole). Rimaniamo per una buona mezz’ora a girovagare nei dintorni ma non notiamo nulla di strano, anzi, i cani presenti all’interno ricevono parecchie attenzioni.
Ad accoglierci Elvira Picard, ex cavallerizza e siciliana di adozione, per matrimonio. Ci accompagna cordialmente, insieme alla nuora, in un tour tra gli animali presenti all’interno della compagnia, e ci spiega che la maggior parte degli animali è impiegata per realizzare uno spettacolo (una partita di calcio, a quanto pare). I cani non mostrano né segni di maltrattamenti né risultano denutriti. Sono tutti cani di razza regolarmente microchippati e, da profani, ci pare che godano di ottima salute. Chiediamo conto anche degli altri cani, molti dei quali, considerata la loro età, non ci sembrano adatti per l’impiego in uno spettacolo.
“Ogni cane ha una storia – ci racconta la signora Picard – Max lo abbiamo trovato per strada a Matera, abbandonato e sperduto. Lo abbiamo raccolto, aveva il microchip, si chiamava Billy, e tramite l’Asl abbiamo contattato anche il proprietario, che diceva che il suo cane era morto. Potevamo denunciarlo, aveva commesso un reato ma abbiamo preferito accudire Max che oggi ha due microchip (ndr ci mostra il certificato). Oggi Max sta bene e vive con noi”. Le storie continuano, ogni membro della compagnia è legato affettivamente a qualche animale. Non potrebbe che essere così, ci spiega ancora la signora Picard, che condanna fermamente chi usa violenza contro chi è indifeso. Ci sembra sincera e nel frattempo mostra qualche preoccupazione: “Il nostro è un lavoro difficile, ci spostiamo da un luogo all’all’altro, le spese sono tante, la crisi ha colpito anche noi, subire anche minacce perché utilizziamo gli animali per fare gli spettacoli ci sembra eccessivo”. Ci mostra nel frattempo tutti i certificati che provano la microchippatura, compreso il test sierologico antirabbico; ci invita a fotografare tutto e infine chiede il supporto delle associazioni che si occupano dei randagi. “Ieri sera uno dei nostri autisti, mentre rientrava ha visto una signora abbandonare una scatola contenente 8 cuccioli, uno purtroppo era già morto, gli altri sette sono piccolissimi e necessitano di cure. I cuccioli al momento si trovano qui e stiamo aspettando i veterinari dell’Asl”.
Con ciò la nostra visita al Circo di Roma dei fratelli Bizzaro si è conclusa. Lasciamo ai lettori ogni considerazione. Viviamo in un paese ancora libero, e, in un paese libero, ognuno è libero di scegliere cosa, dove, come e quando, nel rispetto delle norme.

Cultura e società

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