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A Paternò nasce Arkèpolis

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Arkèpolis, così si chiama la nuova associazione culturale paternese che vedrà come protagonisti di una nuova ri-costruzione paesaggistica, dunque di una sua valorizzazione, architetti, design, e urbanisti.
Un comparto che, unito, punterà a esaltare il lato culturale di questa terra: l’acropoli di Paternò, la città coltivata e costruita, la valle del Simeto.
Un’associazione che diventerà un incubatore d’idee e di confronti nel campo della sociologia, antropologia, diritto, letteratura, architettura, arte, economia e archeologia con l’intento di innescare un dibattito democratico sulla città.
A capitanare questa squadra è il neo presidente, Angelo Perri, al quale, incuriositi dal progetto innovativo e coraggioso, abbiamo chiesto:
Cosa l’ha spinto in questa avventura?
“Testardaggine, direbbe qualcuno. In realtà, non mi arrendo al piattume della città, al qualunquismo e alla sciatteria che sfociano nel menefreghismo più totalizzante. Abbiamo bisogno di parlare di Paternò, perché abbiamo dimenticato cos’è. Ormai viviamo nel ricordo romantico di un’epoca che non c’è più: il carnevale o la fiera di settembre. Abbiamo ancora delle risorse e dei mezzi, è giusto utilizzarli”.
Lei ha parlato di “rilettura dei metabolismi urbani”. Cosa intende?:
“Mi piace questa domanda. Mi riferisco a quelle interconnessioni che legano insieme le porzioni di città. Come l’essere umano, anche la città è un unicum fatto di parti, di sistemi intrinsecamente legati tra di loro. Non possiamo definire una città solo come il luogo, strade, piazze e spazi verdi, dove dormono o si muovono gli abitanti. Non è solo il luogo degli acquisti o della spesa, ma è un insieme”.
L’intento di Arkèpolis sembra chiaro, vestire l’architettura come un luogo di convergenza capace di valorizzare dei paesaggi svelati.
“Come l’araba fenice – conclude Perri -, risorge dalle ceneri di tante storie d’impegno, di volontariato e d’associazionismo per rigenerare il senso comune di cittadinanza attiva”.

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