Pubblichiamo la preghiera che il sindaco Mauro Mangano ha rivolto a S. Barbara a nome della città , in occasione della celebrazione della Santa Messa di stamane, officiata dal vescovo metropolita di Catania, Monsignore Salvatore Gristina .
Cara Santa Barbara,
Ci sono momenti in cui perfino formulare una preghiera diventa difficile. Quando il frastuono che hai attorno è troppo, e le parole che senti sono soprattutto le parole di rabbia, di conflitto, di offesa, quando fatichi a trovare l’orizzonte dei tuoi giorni futuri. Diventa difficile anche pregare. Perchè vorresti che la tua preghiera avesse dentro la forza di un’attesa vera, di un giorno nuovo. Nella fragilità, nelle difficoltà, torniamo bambini. Ecco, oggi vorrei saper fare una preghiera bambina. Una preghiera bambina che dica solo i bisogni che sento, una lista di cose che vorrei non vedere più ed una di cose che vorrei in abbondanza.
La prima lista sarebbe così:
“ti prego, fai che non ci siano più”: la miseria, la sofferenza delle persone sole, la disgregazione delle famiglie sotto i colpi del bisogno materiale e della mancanza di lavoro, l’offesa della violenza mafiosa, la condizione disumana in cui ho visto vivere alcuni fratelli migranti, l’indifferenza verso le bellezze del creato.
La seconda lista invece, quella dell’abbondanza e della richiesta, sarebbe così:
“ti prego, fai che ci siano sempre più”: il lavoro, la serenità familiare, la solidarietà, il rispetto degli altri e dei luoghi in cui viviamo, la gioia e la speranza per chi nasce in questa terra, il gusto dell’onestà.
Sarebbe una preghiera un po’ bambina, giusto, ma è quello che sento.
Poi però ho pensato che nella lista che farei non ci potrebbe essere tutto ciò che mi può rendere felice, come uomo e come cittadino di Paternò.
Perchè devo fare una richiesta a parte, per la pace. Non c’entrano le armi ed i soldati. C’è una pace che si deve costruire anche dentro le città, e dentro le famiglie, e dentro noi stessi. Prima allora ti chiederei la pace. Per placare la confusione che c’è nei nostri cuori, dove tutto diventa sproporzionato, rumoroso, rabbioso, i nostri cuori che sono come quelle case in disordine dove ciò che è più utile è sempre sepolto sotto una massa di cianfrusaglie. La pace tra di noi, ma davvero, che guardandoci riconosciamo come siamo imperfetti, quanto bisogno abbiamo di essere capiti e voluti bene, quante volte sbagliamo, come è assurdo passare il tempo a giudicarci ed accusarci.
Ma c’è ancora un’altra cosa che non si può mettere nelle liste, Barbara, che vorrei chiederti. E cioè che i nostri desideri siano condivisi. Che sappiamo fare le cose insieme. La potremmo chiamare “unione”. Perchè invece di avere ognuno un desiderio, possiamo averne uno che sia di tutti. Perchè quando pensiamo o progettiamo qualcosa di bello e di buono, abbiamo la pazienza di chiamare gli altri, aspettare che anche loro maturino i nostri progetti, li trasformino, e poi cominciamo a costruirli, insieme. Si ti vorrei chiedere questa cosa: l’unione.
E se avessimo più pace e più unione, ancora avrei una richiesta che non entra nelle liste.
Ma alla fine, cara Santa Barbara, poserei i foglietti con le liste, e ti direi soltanto grazie. Perchè nella miseria che ho incontrato ho imparato cosa significa dignità, e nelle mani generose di tanti paternesi ho riconosciuto cosa è la misericordia e la solidarietà. Ho conosciuto madri e padri che lottano per dare ai loro figli un futuro in questa terra, ed uomini che continuano a vedere questa città bella ed accogliente, perchè loro lavorano per renderla tale.
Poserei i foglietti, le liste, e ti direi grazie, Santa Barbara, perchè in fondo ci ami come siamo. Non ci giudichi per i nostri abiti, nemmeno per l’oro che scioccamente ti mettiamo addosso come se per merito nostro potessi diventare più bella. Non ci giudichi per il numero di candele che abbiamo acceso per te, né per i fuochi d’artificio che abbiamo sparato. Ci vedi, dentro, lo vedi come siamo piccoli, in fondo? Siamo noi, ad avere bisogno di luci, di colori, di rumori, siamo noi, così piccoli anche nella fede che vorremmo ricoprirti di fiori e di gioielli per dirti che ti vogliamo bene. Mentre tu ci guardi, aspetti che le nostre azioni seguano le nostre parole, che ti seguiamo non solo nelle strade delle processioni ma nelle strade della vita, che accendiamo luci di carità, suoniamo la musica della misericordia.
Per tutto questo, ingrati e bisognosi, affascinati e innamorati, come figli, grazie, mamma. Grazie santa Barbara.
Cultura e società
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