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La mostra fotografica del Cav. Achille Palermo a Palazzo Alessi. Un tempo in bianco e nero

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Fino al 6 gennaio – a Palazzo Alessi, a Paternò – la mostra fotografica del Cavaliere Achille Palermo dei marchesi di Calorendi (nato in provincia di Ragusa nel 1890), fotografo che ha operato nel nostro paese – in via Cara – dal 1930 al 1972. Apprese il mestiere dal padre, don Raimondo Palermo, nato a Messina nel 1854. Don Raimondo e i figli (Ettore e Achille) si spostavano in giro per la Sicilia, perché – all’epoca – il mestiere del fotografo era itinerante.
La mostra, inaugurata l’1 dicembre, è curata e ideata dallo storico Ezio Costanzo, organizzata dall’associazione dei Lions Club di Paternò con la collaborazione dell’assessorato alla cultura del Comune di Paternò e dell’Accademia di Belle Arti di Catania.
È un mondo in bianco e nero quello che vediamo nelle 50 fotografie esposte. Gente comune, senza un nome; pezzi di vita di un tempo a cavallo fra gli anni trenta e cinquanta. Tempo travagliato dalla guerra e dal bisogno di ricominciare. Tempo che ci guarda dritto negli occhi, e ha uno sguardo semplice e assorto. Un tempo ormai muto ma carico di parole in ogni gesto, in ogni dettaglio.
Il dottor Costanzo racconta che il ritrovamento delle lastre fotografiche è avvenuto nel 1979, in modo fortuito: le lastre furono ritrovate in una discarica nella zona di Schettino. Erano state abbandonate lì dopo la vendita della casa di Achille Palermo. Ne sono state recuperate circa 1500. E si tratta indubbiamente di un patrimonio di grande valore storico e culturale. Per questo motivo la mostra punta alla creazione di un fondo fotografico pubblico, del fotografo Palermo, da istituire presso la biblioteca comunale e di un sistema di digitalizzazione al fine di rendere accessibile a tutti, sul web, l’intero patrimonio recuperato.
“A Ezio Costanzo e ai Lions club un grazie sconfinato per l’intelligenza culturale dell’operazione di recupero queste immagini. Ogni elemento di recupero della memoria storica costituisce ricchezza per la comunità”, così il sindaco Mauro Mangano.
La meraviglia di una foto sta nell’illusione di trattenere il tempo, di fermarlo in uno scatto. È l’illusione di rimanere nel tempo, a dispetto del tempo. È memoria personale e collettiva.
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