A pochi mesi dalle elezioni amministrative a Paternò, Zona Franca ha fatto quattro chiacchiere con il consigliere Giancarlo Ciatto, ex capogruppo del PD che oggi dichiara di non volersi più candidare perché deluso dal modo di fare politica nella sua città.
Posto che a maggio saremo tutti chiamati a esprimere la nostra preferenza sul candidato sindaco, e considerato il ventaglio delle opzioni che i cittadini paternesi avranno a disposizione, quale sarà la sua scelta e per quale motivo?
“Innanzitutto vorrei cominciare col dire che le valutazioni da me espresse in questa intervista sono squisitamente di natura politica. Perché, sa, in questa Città è molto diffusa la sindrome della “lesa maestà”. Ogni qualvolta si esprimono giudizi politici i soggetti esposti a questi ultimi si irrigidiscono come se il giudizio fosse rivolto alla loro persona. Ebbene, cosi non è. Il giudizio è politico , anche quando si rivolge alla “personalità” del soggetto. Che è cosa ben diversa dalla Persona.
Lei mi chiede quale sarà la mia scelta alle prossime amministrative. Beh, per cominciare bisognerebbe guardare alla mia storia e alla storia di questi anni. Io ero il Capogruppo del PD in Consiglio Comunale, fino a quando la frattura tra me e l’attuale amministrazione è diventata insanabile. Abbiamo provato a far cambiare passo al Sindaco e alla sua giunta. Le mie battaglie sono state condotte tutte alla luce del giorno, nel rispetto dell’opinione pubblica. Ho prodotto un sacco di documenti politici, insieme ad altri. Un sacco di atti di indirizzo. Tutti inascoltati. Quando siamo stati eletti, nel 2012, venivamo da anni di battaglie contro un blocco di potere che aveva mal governato nei decenni precedenti ed aveva portato la Città al punto più basso. Noi eravamo stati eletti per cambiare radicalmente le cose. Invece l’attuale compagine amministrativa guidata dal Sindaco Mangano ha fatto fare un incredibile passo indietro alla Città. Su tutto: burocrazia, ordine pubblico, pianificazione urbanistica, questione rifiuti. E’ stato il Sindaco ha tradire il mandato per cui era stato eletto. Io sono rimasto fedele ai miei ideali di sempre e continuerò a battermi per quelli. Fatta questa premessa, la mia scelta – come credo anche quella della Città – sarà piuttosto complicata. L’attuale Sindaco, inspiegabilmente, si ricandida, ma lo ritengo del tutto inidoneo. Non può promettere di fare nel futuro quello che non è riuscito a fare nel passato. Per il resto, posto che non tutto il ventaglio delle opzioni è ancora ufficiale né completo, io vedo solo la ricostruzione di un vecchio blocco di potere intorno a candidati che si ergono a “paladini della giustizia”. Vedo, inoltre, una Città estremamente frammentata”.
Quali sono gli errori che ha commesso l’attuale amministrazione e quali le cose buone che ha saputo produrre?
“L’unico merito che riconosco a questa amministrazione è di non avere ostacolato, come in passato era stato fatto, gli investimenti privati. Per il resto gli errori commessi sono di natura amministrativa e di natura politica. Sul piano amministrativo, all’insediamento, non si è operata una cesura netta col passato. Scelte in perfetta continuità nella gestione dell’apparato burocratico sia con riferimento ai funzionari, sia con riferimento ai metodi. Dopo qualche anno l’apparato burocratico ha subito un ammutinamento. Sono stati cambiati tre Segretari comunali, un importante dirigente , che gestiva la pianificazione urbanistica e il settore dei rifiuti, si è licenziato, l’ufficio ragioneria è stato abbandonato a se stesso dovendo – spesso – supplire alla carenza di un indirizzo politico. L’apparato burocratico è ridotto all’osso, vive alla giornata, in totale anarchia. Chiunque arriverà, non avrà vita facile. Su questo errore madornale il Sindaco e la sua giunta hanno costruito il massimo della inefficienza amministrativa. Primo, totale assenza di programmazione economico finanziaria. E’ vero che si è abbattuta sui conti pubblici la tegola dei doposcuolisti, ma non si è mai voluto metter mano ad una seria politica di controllo delle entrate, né ad una politica delle imposte più equilibrata, non si è voluto mai ragionare sulla giusta gestione dei servizi e sulla sua esternalizzazione -salvo poi produrre una delibera sulla privatizzazione dei cimiteri a due mesi dalle elezioni quantomeno dubbia- non si è mai voluto ragionare seriamente sulla gestione della piscina comunale. E’ possibile che il nostro comune spenda 160 mila euro di soldi pubblici per mantenere questa struttura, senza incassare un centesimo? A chi vanno questi soldi? Dove sta il principio dell’interesse pubblico? Perché non si è voluto intervenire? Non si dovevano pestare i piedi a qualcuno? Ancora, siamo l’unico comune che non ha un parco progetti per ricevere finanziamenti europei o dalla regione. Quelli che questa amministrazione ha ottenuto erano già stati avviati in passato. Come si può pensare di dar vita ad uno sviluppo economico se non esiste nessuno che progetta, che pianifica? Se andiamo alla questione rifiuti non stiamo messi meglio. Il Sindaco continua a ripetere che 5 anni fa scoppiavano le crisi e la spazzatura era per strada, ma omette di dire che il sistema è completamente cambiato. Omette di dire che noi affrontiamo un costo del servizio divenuto insostenibile, a fronte di una efficienza scadente. E’ vero, la raccolta è porta a porta non si interrompe ma le strade sono una grande pattumiera a cielo aperto. Sporche, sudicie, nessuno le lava e le spazza. Il Sindaco omette di dire che abbiamo una raccolta differenziata, nonostante il porta a porta, ridotta ai minimi termini. Il sindaco omette di dire che non ha ancora svolto un regolare gara per affidare il servizio che è andato avanti a suon di ordinanze. Cosa alquanto discutibile. Adesso, in campagna elettorale, crea l’osservatorio sui rifiuti. Dopo che da anni gli veniva chiesto , ma vi pare?!? Ancora, vi è stata una totale assenza di pianificazione urbanistica e di visione della Città. Manca un reale controllo del territorio. A Paternò, pare che ognuno possa fare ciò che gli pare.
Sul Piano politico il Sindaco ha sbagliato tutto. Si è chiuso a riccio all’interno del Palazzo. Ha rifiutato di confrontarsi con chi l’aveva sostenuto e si è fatto lottizzare da chi non aveva niente a che fare con la nostra Storia politica. Ha commesso l’errore mortale di distruggere l’esperienza sana del centrosinistra paternese. Non riuscirà ad eleggere un solo consigliere comunale che fa riferimento a quella storia politica. Tutto questo nel totale silenzio dei Vertici del PD provinciale. Nella totale assenza di luoghi di dibattito. Per questo mi rivolgerò, all’indomani del voto, a tutte le forze di centrosinistra per provare a ricostruire da fuori una seria politica di rinnovamento. Ma dell’esperienza Mangano si raccoglieranno solo macerie. Sia chiaro, queste cose non le dico oggi, ma da 4 anni. Ed oggi non sono candidato a nulla, nemmeno alla carica di consigliere comunale. Non mi si può accusare di fare campagna elettorale. Io, insieme ad altri, tenteremo di riscostruire dall’esterno una seria alternativa ma ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità di fronte alla storia. Il tempo è galantuomo”.
Pensa che oggi possa esistere un’alternativa all’amministrazione Mangano ?
“Lei mi chiede se può esistere un’alternativa all’amministrazione Mangano. Vede, il quadro è ancora in leggero movimento ma non voglio eludere la domanda. Quello che vedo è la ricostruzione di blocchi di potere del passato. Uomini “vecchi” travestiti da nuovo. Tutti hanno dietro segreterie politiche. Se andiamo ad esaminare ad uno ad uno i candidati, il quadro non presenta nessuno come una reale alternativa. Nino Naso è un Uomo indubbiamente autenticamente popolare ma inadatto a fare il Sindaco. Non ha un progetto politico-amministrativo. Agita le folle come un capo popolo e chi agita le folle a me fa paura. Ha già avuto ruoli di responsabilità in questa Città. Ha fatto parte della Giunta Failla ed era alla corte di Raffaele Lombardo…. Anthony Distefano è un “Uomo nuovo”ed io diffido dagli “uomini nuovi”. Della sua candidatura ancora i contorni non sono delineati. Ma sappiamo che ha girato tutte le segreterie politiche dell’arco costituzionale. E sta provando a mettere su un significativo blocco di potere che ha governato questa città per 10 anni. Si va, con o senza simboli, da Forza Italia, Fratelli d’Italia a pezzi di MPA e di PD . Nulla di male, per carità. Ma sii onesto, dillo!! Non fingere di essere estraneo alle logiche della spartizione partitica. E poi, in tutta onestà, la sua propaganda somiglia molto a quella di Mangano nel 2012: molti slogan, molta comunicazione. Non mi è piaciuto il modo in cui ha costruito la sua candidatura, che poteva anche avere una connotazione civica, che sarebbe stata altra cosa, ma che non ha. Non mi è piaciuto il modo in cui ha utilizzato la sua posizione di giornalista attraverso 95047 per poi scendere in campo.. Ha costruito il terreno per la sua “discesa in campo”, mi ricorda vagamente qualcuno. E poi con Mangano si somigliano anche nello stile: portano tutti e due lo zainetto, bisogna diffidare dai sindaci con lo zainetto… Alfio Virgolini è un politico puro, con tanti anni di esperienza alle spalle. Si presenta per quello che è. Non dissimula e di questo gli va dato merito. Certo, anche lui potrebbe costruire un blocco che non condivido per le stesse ragioni sopra espresse. Ma se riuscisse a non farsi tirare per la giacchetta, per cultura e per personalità avrebbe le caratteristiche per aprirsi all’intera Città.
Infine, il Movimento Cinque stelle. L’unica assoluta novità! Sia chiaro, non condivido nulla del loro modo di approcciarsi alla politica né della loro visione generale del Paese. Ma molte delle loro ragioni sono vere. Molta della loro rabbia è vera ed affonda le radici all’interno di anni di mala politica. E’ indubbio che a tutto questo bisogna dare una risposta. Non mi sto candidando a fare la “corte” a nessuno. Né chiedo a loro un dialogo politico con alcuno. Ma se solo loro riuscissero a cambiare atteggiamento ad aprirsi ad un autentico dialogo con la Città……”.
Paternò in questi ultimi anni è stata spogliata di tante cose: tribunale, ospedale, SERIT, pensa che i comitati cittadini spesso abbiano svolto una funzione che invece spettava all’amministrazione? Ma soprattutto pensa che sia stata colpa dell’attuale amministrazione ?
“Le ragioni per cui Paternò è stata spogliata di tutto affondano le loro radici molto lontano nel tempo. Se vuole, bisogna ricercarle anche nella struttura sociale che si perpetua da diversi decenni. Diciamo che è prima di tutto un problema “sociologico” e soltanto dopo politico. Da un ventennio, però, le classi dirigenti che hanno guidato la Città, fatte rare eccezioni, non hanno certo brillato. Per quanto concerne l’ospedale l’attuale amministrazione non è stata per nulla energica nel condurre una battaglia come in tanti altri settori da lei citati, ma il colpevole in questo caso ha un nome e cognome: Raffaele Lombardo. E mi consenta di dirle che dietro (dentro) tutti questi comitati, trasformatisi presto in comitati elettorali, ho visto tanti soggetti politici che erano un giorno si e un altro pure nella segreteria di Raffaele Lombardo e non hanno mosso un dito in difesa dell’ospedale. Oggi si (ri) candidano alla guida della Città . Forse è questa la colpa politica più grave che ha Mauro Mangano: l’avere risuscitato una classe dirigente che la Città aveva già bocciato….”.
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