Solo nel mese di maggio si attendono oltre duemila ragazzi. Sono questi i numeri del tour del circuito culturale turistico dei castelli. In due giorni Piazza Santa Barbara, a Paternò, ha visto sostare sei autobus turistici della Ferrovia circumetnea. Da Catania sono giunti gruppi di allievi accompagnati da loro insegnanti, ma anche da Palermo, e da altri luoghi siciliani ne sono già giunti, e ne arriveranno, per questo progetto regionale con le scuole. Un percorso che vede protagonisti i castelli di Randazzo, Adrano e Paternò, al momento è escluso, perché interessato a lavori di sistemazione, quello di Maniace.
Torna, dunque al centro di un itinerario di tutto rispetto il Maniero normanno paternese, risalente al 1072 ma sorto su una preesistente struttura araba. Il merito è sì dell’amministrazione, che si è attivata per l’inclusione nel tour resasi possibile dopo la firma della convenzione regionale sull’uso del Castello e l’inserimento nel Polo museale di Catania, ma molto anche della Pro Loco, dei ragazzi dell’associazione che si adoperano nel ricevere i turisti e gli studenti.
E’ soddisfatta la presidente della Pro Loco cittadina, Salvina Sambataro, e racconta del gradimento che esprimono gli ospiti per l’accoglienza ricevuta a Paternò: «Le guide sono l’accoglienza. In questo tour che prevede il giro dei castelli di Adrano e del suo museo regionale, il castello di Randazzo, e quello paternese, ciò che hanno apprezzato di più- a detta loro- è stata l’accoglienza che c’è stata a Paternò, con le guide che illustravano i monumenti, il Castello, ma anche la Scalinata settecentesca insomma, speriamo più avanti che possa inserirsi in questo itinerario anche una visita al Museo multimediale interattivo. Intanto quell’ora e mezza che perdevano arrivando al Castello di Nelson che al momento è chiuso, potranno adesso trascorrerla a Paternò e vedere qualcos’altro».
Hanno chiesto se fosse possibile visitare il Museo etno-antropologico e quello della civiltà contadina alcuni docenti che accompagnano i loro allievi, ma intanto ci sono tante cose da raccontare della città e i ragazzi della Pro Loco si sono mostrati molti preparati. «Dopo maggio- continua Sambataro- in cui si prevedono moltissimi arrivi, si sospenderà il tour ripartendo a settembre almeno con quello delle scuole. Per il resto stiamo aspettando quattro gruppi di turisti che giungono da diverse parti d’Italia. L’unico problema è quello che mancano centri d’acquisto. I turisti non sanno dove andare a comprare anche un semplice ricordo o i prodotti tipici. Servono delle strutture. Il passaggio successivo dovrebbe essere, ma non dipende da noi, quello di favorire il reinsediamento del vecchio borgo, magari con l’apertura di piccole botteghe dove la gente possa acquistare i prodotti locali, degustare le nostre specialità, insomma occorre incrementare un’economia turistica».
Idee e progetti su quest’importante area storica non sembrano mancare, tuttavia un’altra cosa è la realizzazione in tempi brevi. Intanto la Pro Loco si gode questo momento che sembra ripagarli dell’impegno profuso per la città.
«Ho toccato il cielo – la presidente Sambataro rende l’emozione di un momento- con un dito quando mi hanno telefonato dall’Ufficio turistico di Palermo, per dirmi che gli era stato riferito, che a Paternò dai ragazzi della Pro Loco sono stati accolti benissimo. Per noi che facciamo questo lavoro con passione è molto gratificante! I ragazzi si sentono motivati. Ricevono recensioni, anche personali, davvero lodevoli. Questo va a vantaggio non solo nostro- conclude Sambataro- anche della città perché se si trovano bene, le persone, i turisti, ritornano».
La soddisfazione è ampiamente condivisa dall’assessore alla Cultura, Valentina Campisano: «Siamo felici che giungano a Paternò tante scolaresche e turisti. Siamo contenti dell’operato dei nostri giovani che illustrano la città e la sua importante storia. Questo e la conoscenza di questo retaggio, consente il ridestarsi di una memoria talvolta accantonata, e un senso di appartenenza che dovrebbe essere motivo di orgoglio di ogni paternese di vivere in una città unica, sotto il profilo culturale e paesaggistico».
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