Un sabato diverso, all’insegna della bellezza. Bellezza dei luoghi, bellezza delle storie che narrano un territorio. Questo è stato il sabato appena trascorso, quello della “Notte dei musei” a Paternò. Un successo, che ha visto il patrimonio monumentale paternese aperto al pubblico con visite guidate. Tanti sono stati i paternesi e non, che ne hanno approfittato per godere di uno spettacolo in alcuni casi unico, perché raramente alcuni siti possono essere fruiti con facilità.
Così l’inizio è stato a piazza Indipendenza con l’IPAA, gli allievi dell’istituto di Agraria, che hanno curato l’incipit della manifestazione, uno spettacolo equivalente, grosso modo, al saggio di fine anno scolastico, ma che ha significato tanto nel proporlo in una piazza simbolo della città, un tempo fulcro della vita sociale cittadina, schiudendo l’auspicio di un ritorno a questa centralità.
Visite guidate al Castello normanno, nelle chiese: di Santa Barbara, dall’ex Monastero e di Santa Caterina, nella cappella del Crocifisso e, per parecchi, un inedito assoluto con la visita all’interno della chiesa normanna di San Marco, o ancora della chiesa del Pantheon. La Galleria d’Arte Moderna aperta ad un emozionante spettacolo di danza e con la possibilità di visitare un’esposizione di opere di Francesco Fontana, un’estemporanea d’arte a piazza Umberto e un concerto del Complesso bandistico “Città di Paternò”. La Casa del Cantastorie aperta e animata da uno spettacolo del gruppo Batarnù. La sala letture della Biblioteca comunale interessata dalla presentazione di un libro “Alchimisti di oggi. Per un futuro fatto a mano” di Giuseppina Radice. Il Museo Etnoantropologico “Gaetano Savasta” aperto con i reperti spiegati da “SiciliAntica”.
Palazzo delle Arti aperto per la visita al museo Multimediale a cura della Pro Loco e una visita dell’esposizione di manifesti cinematografici di carattere religioso, con all’ingresso la possibilità, offerta dall’Anpas, di degustare prodotti tipici.
Una mostra fotografica a Palazzo Alessi e la mostra d’arte pittorica a San Francesco alla Collina con le opere di Enzo Indaco, insomma tutti i gusti sono stati assecondati. Nessun elemento, con l’aiuto delle associazioni, è stato trascurato al fine di rendere dilettevole e interessante la visita di una città ammantata da un fascino primaverile e notturno, quando il caos delle macchine e la frenesia delle ore diurne sembravano aver ceduto il passo a momenti che sono stati goduti in pieno, fra le mura del Castello o fra i reperti del neolitico.
Sull’apprezzamento dell’iniziativa ha commentato l’assessore alla Cultura, Valentina Campisano: «Sono soddisfatta sia dei paternesi che si riappropriano del loro patrimonio, della ricchezza e della singolarità di questi luoghi, ma anche dell’indotto turistico che si è creato. Credo, peraltro, che nel comprensorio solo noi abbiamo -seguendo i consigli del Ministero ai Beni culturali- aperto le porte dei nostri monumenti, offrendo la possibilità di conoscere meglio il patrimonio paternese».
Cultura e società
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