Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del consigliere Giancarlo Ciatto :
Egregio Direttore,
Prima di entrare nel vivo di questa mia, una premessa è doverosa. Non sono candidato a nessuna carica in questa tornata elettorale amministrativa. Resa nota la premessa, tesa ad evitare che queste mie parole possano essere strumentalizzate, i fatti.
Più che una lettera aperta agli organi competenti (Prefetto e Capitano dei Carabinieri), si tratta di un grido di allarme rivolto all’intera Città. È sotto gli occhi di tutti (eccetto di coloro i quali li calano a terra e chinano il capo quando camminano) che vi sono intere zone della nostra Città (Cristo Re, Quattro Canti ecc..) che sono ormai diventate “zone franche” per gruppi criminali che controllano quella porzione di territorio ed impongono al resto dei cittadini la loro presenza aggressiva ed inquietante. Non si tratta soltanto di far riferimento agli eventi criminosi che si sono succeduti negli ultimi giorni (rapine, atti vandalici), ma di una vera e propria incombente , arrogante, palese, violazione delle regole minime della convivenza civile. Quasi a voler significare: – qui comando io e faccio ciò che voglio – Ora non voglio addentrarmi , non spetta a me , in studi sul fenomeno criminale a Paternò. Certo, per quanto senza ordine e molto disorganicamente, ritengo che questi gruppetti non siamo del tutto scollegati da fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso. Ma qui, il punto, non è questo. So bene quali siano le regole di uno Stato di diritto, quali sono i meccanismi di garanzia. So anche che le forze dell’ordine lavorano sotto traccia in maniera significativa. Qui, ed ora, si tratta di ristabilire la presenza dello Stato in interi pezzi della nostra Città. Siamo ad un giro di boa , e se vogliamo evitare che gli onesti si chiudano in casa per sempre, bisogna intervenire subito.
Questo allarme serve anche da appello alle giovani generazioni, altrimenti, tutte le sacrosante manifestazioni dei giorni scorsi in onore di Falcone e Borsellino resteranno soltanto un esercizio retorico ed inutilmente estetico……
Tanto si doveva
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