Lo chiamano “sindrome di Wanderlust” quell’irrefrenabile desidero di viaggiare. Ed il trentaseienne Antonio Aiello, atleta della sezione Arrampicata Sportiva del CUS Catania, ne sa qualcosa. Odontoiatra nella vita di tutti i giorni, ma anche musicista, attore e scrittore. Ma soprattutto giramondo sempre alla ricerca di nuovi approdi.
“Partire, per quanto mi riguarda, è terapeutico – dichiara tranchant – E’ una buona occasione per stare con me stesso, ascoltare il mio corpo, sfidare i miei limiti. Il tutto vivendo esperienze uniche ed adrenaliche, conoscendo nuove realtà”. Un viaggio nel viaggo, dunque, che abbina l’introspezione alla scoperta. Ed è così che anche gli allenamenti al CUS assumono un ulteriore significato. Diventano occasione per ridefinire se stessi e per rimodellarsi in vista di sentieri da percorrere su differenti latitudini. Il passaporto di Antonio negli ultimi anni ha raccolti i più disparati “timbri”. Madascar, Brasile, Islanda, Perù, Laos, Thainlandia. Mai su sentieri mainstream ma, citando il meraviglioso testo di Jon Krakauer, “Into The Wild”.
Ed è con questo spirito che nel 2018 la Tanzania gli ha dischiuso le proprie porte portandolo fino in vetta al Kilimangiaro a quota 5900 m. Infreddolito e stanco ma con l’entusiasmo di chi vive nella partenza l’approdo della partenza, come Kerouac descriveva mirabilmente tra le pagine di “On the Road”.
E proprio queste sete di scoperta deflagrerà nuovamente anche nel 2020. Giorno 27 Gennaio Antonio Aiello volerà verso l’Argentina per un’impresa lunga 14 giorni. Lo aspettano la Cordigliera delle Ande e la vetta del Monte Aconcagua a quota 6962 m sul livello del mare. Sarà un altro grande cammino. Un’altra storia da raccontare.