Di recente una serie di spettacolari eruzioni dell’Etna ci ha tenuto tutti con gli occhi incollati al cielo ad ammirare la potenza di tuono e di fuoco e a ricordarci quanto niente siamo davanti alla natura.
Vi sono dei luoghi magici che meritano di essere contemplati e rappresentano un ponte fra il visibile e l’invisibile, così dice Paulo Coelho del nostro vulcano.
Abbiamo tutti scattato fotografie, impossibile non farlo, il bisogno di trattenere l’istante è spesso una necessità. E di fotografie parliamo con Fernando Famiani, siciliano della provincia di Messina, funzionario dell’Assessorato Agricoltura e Foreste e autore di uno scatto dell’Etna pluripremiato. Fernando (marito e padre) è uno che scappa con la sua macchina fotografica se vede qualcosa che merita di essere trattenuto. Una persona a cui il periodo virulento che stiamo vivendo ha insegnato a dare valore ai piccoli gesti quotidiani e a ogni cosa che sbagliando diamo per scontata, perché le cose si apprezzano quando si perdono, quando è tardi: “Vivo a San Teodoro, un piccolo centro nel cuore del parco dei Nebrodi e ho la passione per la fotografia; sin da bambino, con la macchinetta di topolino e il rullino da 12, scattavo foto a paesaggi e animali”. Fernando è innamorato dell’Etna e del mito: “spesso mi sedevo nella parte alta del paese a guardare le fumate nere e le eruzioni”. Ci spiega che l’ente per cui lavora, circa 20anni fa, decise di formare un gruppo di funzionari che avesse competenze tecniche nel campo dell’immagine: “perché spesso realizzavamo opuscoli divulgativi sulle pratiche agricole sperimentali, e così ho fatto i primi corsi di fotografia, di videoripresa e giornalismo anche con personale della RAI”. Fernando, in seguito, acquista una reflex digitale, frequenta altri corsi a Roma con Giovanna Griffo, fotografa paesaggista. “Il 4 dicembre 2015 (giorno di Santa Barbara, la martire del fuoco), accade qualcosa che resterà per sempre nei miei occhi: un’eruzione spettacolare dell’Etna con una enorme colonna di fumo che si innalza nel cielo per chilometri e ha la forma di un fungo atomico”. Quel giorno Fernando stava lavorando nel suo ufficio e viene avvertito da un collega vicino di casa, “chiedo un’ora di permesso, corro a casa a prendere la mia reflex e riesco a immortalare l’evento”. Fernando pubblica quella foto sui social e ottiene un grande successo in termini di commenti, visualizzazioni e condivisioni, “decido, per gioco, di inviarla ad alcuni concorsi per capire cosa ne pensa una giuria di esperti”. Ebbene, quella foto riscuote molti importanti riconoscimenti, ne citiamo alcuni: Finalista ai Magnum Photography Award del 2016, un concorso al quale partecipano migliaia di fotografi da 134 paesi. Seconda Classificata nella categoria Landscape nel 2017 al TIFA (Tokyo International PhotoAward), terza classificata nella categoria Landscape nel 2017 al MIFA (Moscow International Foto Award), Menzione d’Onore ai ND Awards (Neutral Density Photography Awards), Menzione d’onore al Gran Prix della Fotografia di Parigi nel 2016.
La foto del nostro Fernando figura su riviste specializzate (come la Photo Professional Canon), in gallerie e manifestazioni fotografiche, ha fatto letteralmente il giro del mondo.
Nel 2018 la Clementoni ha acquistato una foto di Fernando Famiani realizzandone un puzzle che ha ottenuto un grande successo.
Fernando ci tiene a ringraziare Giovanna Griffo e di lei ricorda un pensiero che tiene con sé perché gli ha insegnato a guardarsi intorno con occhi nuovi, a scorgere la meraviglia che ci vive accanto: “innamoratevi del bello, abituate gli occhi a vedere il bello che vi circonda, leggete, visitate musei…”, è un pensiero di profonda saggezza (ricorda Cartier-Bresson, l’occhio del secolo, sosteneva che fotografare significa allineare occhi, mente e cuore), lo condividiamo e speriamo possa mettere radici in ognuno di noi perché l’attenzione alla bellezza ci fa migliori e più belli.
Ringraziamo Fernando per la disponibilità e la meraviglia, e gli auguriamo tanta bellezza.
